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Nato a Roma nel 1925 e maturato durante la ripresa economica italiana seguita alla fine della seconda guerra mondiale, il lavoro di Gastone Biggi, di cui la mostra e il catalogo sono oggetto, muove dal superamento dell'esaltazione esistenziale tipico dell'arte informale. In opere esposte e pubblicate come, "Continuo Stradivarico" (1963) o "Variabile Azzurro" (1973), l'artista mostra una ricerca tesa ad attenuare il protagonismo del soggetto verso una condizione percettiva che fa diventare la tela uno spazio dinamico e molteplice dove una nuova spazialità interna della superficie viene indagata attraverso inediti accordi di ritmo, colore e gesto. Con queste basi la pittura di Gastone Biggi si è presto caratterizzata da una potente sinergia di presenza della realtà e di sintesi astratta, i cui frutti maturano sino all'odierno ciclo di opere dedicate a New York. Qui la materia pittorica, la forma e il colore vengono esaltati per testimoniare l'impressione potente che la metropoli americana ha lasciato in Gastone Biggi dopo i vari periodi di permanenza.